Facce nuove per lo sviluppo

In questo periodo passo molto tempo su Kublai. E’ davvero un esperimento affascinante: un ambiente multicanale di creativi, che usa un blog, un social network, un isola su Second Life e perfino incontri fisici per produrre progetti di sviluppo del territorio. E’ presto per le conclusioni, ma il mio gruppo ed io stiamo cominciando a costruire qualche ipotesi. Per ora sono sbalordito dalla qualità delle persone che scelgono di iscriversi al nostro social network ai suoi primi vagiti (150 membri, due mesi di vita): solo nell’ultima settimana si sono iscritti una giornalista, esponente di 40xVenezia, che vuole fondare un quotidiano online; la mediateca di Matera; il portavoce di Recidivi, la rete dei festival di cinema della Puglia e della Basilicata; il direttore del Festival del copyleft di Arezzo; il fondatore di booKerang, startup che si occupa di libri e di lettori; una donna che ha appena brevettato un nuovo design per tegole fotovoltaiche; uno dei progettisti di Blogitalia.

I kublaiani sono la ragione principale per cui partecipo così volentieri a questo progetto. Hanno idee, energia per portarle avanti, integrità per non arrendersi alle difficoltà. Con frequentatori di questo tipo non mi stupisce affatto che Kublai stia diventando un terreno su cui i creativi fanno alleanze, coinvolgono altri, esplorano gli spazi di azione comune. E’ un processo che si vede benissimo (ne ha scritto Marco) e che trovo… emozionante.

Non credo di sbagliare di molto se dico che queste sono tutte facce nuove sulla scena dello sviluppo locale: persone che i policy makers del nostro paese non conoscono, non capiscono, non riescono a motivare. Mi viene in mente una riflessione che facevamo con Alberto al Pangea Day: noi creativi siamo pochi e dispersi, ma adesso siamo collegati e possiamo fare la differenza.

Kublaiani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.