Well I’m walking to the clouds

Sull’aereo per Stoccolma conosco Chris, un giovanissimo dipendente di un’azienda di software americana. Questa azienda si occupa di CWE, ossia collaborative working environment, e ha inventato un programma che permette a persone fisicamente distanti di parlarsi via VOIP mentre lavorano: una regia permette loro di alternare a piacimento le schermate dei singoli partecipanti nella visualizzazione che è comune per tutti. Bello.

Chris sta anche lavorando a una propria startup. I suoi soci sono sparsi in tre continenti, e si vedono raramente. Quindi usano il software CWE prodotto dal datore di lavoro di Chris? Uhm, no. Usano GoogleDocs. Documenti così riservati su GoogleDocs? Siete sicuri? “Per noi i benefici superano i costi.” L’altro Chris, Anderson, sarebbe deliziato.

Conclusione provvisoria. Progetti anche avanzati di collaborazione a distanza possono essere portati avanti con strumenti semplici e a buon mercato (zero dollari nel caso di Chris). L’attenzione per la tecnologia e per “scrivere il codice”, che si sente molto anche qui a eChallenges, si spiega essenzialmente con il fatto che le aziende informatiche spingono per avere commesse. Appena aziende e enti pubblici se ne accorgono, molto di quel lavoro sparirà, sara appoggiato su piattaforme esistenti. Già adesso sia in Visioni Urbane che in Kublai abbiamo lavorato con servizi web gratis o quasi.

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