David Osimo mi ha chiesto un contributo per il numero dell’European Journal of E-Practice da lui editato, significativamente intitolato “E-government 2.0: hype, hope or reality?”. Ho unito le forze a quelle di Tito Bianchi, e insieme abbiamo prodotto un articolo che fa il punto di due anni di Kublai. Il succo è: le logiche web 2.0 applicate alle politiche pubbliche sembrano funzionare. Ma sono molto, molto lontane dalla cultura amministrativa dominante, che è basata ancora sull’idea weberiana di procedure impersonali, sottoposte a controlli tesi a verificarne la correttezza formale più che i risultati. Se fa 2.0, lo Stato deve presidiare l’interesse pubblico, ma incoraggiare i cittadini a provare a perseguirlo a modo loro. Il paper completo (in inglese) si chiama “Imbrigliare l’inaspettato” e si può leggere e scaricare qui; qui, invece, l’editoriale di David.
The Kublai files: imbrigliare l’inaspettato
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