Domenica ero con alcuni amici a fare una pedalata lungo il Ticino, e ci siamo imbattuti in quest’uomo che faceva surf sul naviglio, nei pressi di Turbigo. Immediatamente a valle di una chiusa si forma un’onda statica: il surfista può cavalcarla stando fermo, mentre l’acqua scorre verso la poppa della tavola (se si dice così).
In un colpo solo, il surfista di Turbigo rovescia il concetto di surf (nel surf normale l’acqua sta ferma: a muoversi è l’onda, e il surfista con lei) e reinventa il naviglio come un luogo di sport acquatici normalmente associati con il Pacifico. Non ha costruito nulla, non ha scritto business plans né prototipi, non ha proposto la propria idea a nessuno, non si è chiuso in laboratorio. Ha solo guardato la chiusa e si è detto “Ehi, ma lì si potrebbe fare surf! Voglio provare”.
Eppure è proprio questo sguardo diverso, a mio avviso, ad essere il cuore dell’innovazione territoriale: tutti gli sviluppi futuri, compresa la fioritura di una – per ora ipotetica – surf culture ticinese, sono impliciti in esso. Chissà se accetterebbe di fare il responsabile dell’Expo 2015, il surfista di Turbigo. O il sindaco. O il ministro.
Dato che il surf su “onde statiche” esiste già –e lo può praticare qualche riccone sulle imponenti navi da crociera o in qualche parco acquatico super innovativo- mi vien da chiedere se l’idea è originale o semplicemente copiata…
Resta il fatto che nessun altro, anche avendolo già visto, ci aveva/avrebbe provato.
Gio: non solo, ma se fai una ricerca su YouTube trovi parecchi altri video di surfisti a Turbigo (e perfino uno di un surfista terminale sugli scarichi di una fogna a Calcutta!). Il signore che vedi nel video probabilmente ha copiato l’idea da qualcuno che ha copiato l’idea a qualcuno. Però questo non cambia molto, perché all’origine di tutto ciò c’è stato un surfista che ha avuto proprio quel pensiero lì. E a me interessa moltissimo il meccanismo con il quale si formano i pensieri così!
Uno dei ragazzi che facevano la stessa cosa nel fiume che attraversa il parco cittadino di Monaco in Germania mi ha risposto molto semplicemente che non avendo soldi e tempo per andare in Portogallo o in Costa Rica ogni volta che gli va di fare surf… ha trovato il modo di farlo lì a casa. Tutti i giorni. ^___^
In questo caso forse il meccanismo potrebbe essere qualcosa tipo:
se Passione è maggiore di Ostacoli allora Pensiero Laterale!
=)
più che surfer direi salmone ticinese 😉
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ciao, non so come, navigando sono capitato su questa pagina e ho letto questo articolo… vedo che il messaggio è di quest’anno,quindi il surfista non ha inventato proprio nulla! in quel posto sul naviglio ci surfano con le tavole da circa 7-8 anni e ti dirò di più, i canoisti con i kayak ci surfano da più di 20 !!!
Massì nulla di nuovo….Cmq l’onda statica di monaco spacca di piu’, ha una potenza maggiore anche se il fiumiciattolo è piu’ stretto…
Buono per allenarsi!
Forse è vecchia, ma a mio avviso resta una (bella) storia di innovazione territoriale. Come la storia dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, che è veramente straordinaria anche a distanza di cinque secoli!
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