Il 17 luglio, intervenendo all’Open Knowledge Fest a Berlino, il commissario europeo Neelie Kroes ha fatto la seguente affermazione:
Vogliamo lavorare con voi, e vedervi lavorare insieme attraverso i confini geografici e linguistici. Abbiamo messo in piedi Erasmus per gli Open Data per sostenere questo, e cominciamo da un evento a Nantes, Francia, in settembre. Ma se avete un’idea per altre cose che potremmo fare, fatecelo sapere! – fonte
Normalmente non presto attenzione agli annunci, ma questo è arrivato davvero in fretta. Per quanto ne so, l’idea di un Erasmus per gli open data non esisteva nemmeno prima di aprile 2014. Un’idea passata in tre mesi dalla prima apparizione in un blog privato alla rampa di lancio in quanto policy della prima economia al mondo, credo, non ha precedenti. Cosa sta succedendo?
Riassunto delle puntate precedenti.
- Il 7 aprile, a seguito del raduno di Spaghetti Open Data, scrivo un post in cui propongo un programma simile a Erasmus per gli open data. L’idea è di costruire relazioni orizzontali per connettere le comunità open data, oggi largamente nazionali, in una comunità di livello europeo. Il post innesca una piccola discussione con alcuni attivisti di altri paesi europei, come Ton Zijlstra in Olanda e Martìn Alvarez in Spagna.
- l’8 luglio ricevo un’email dall’associazione francese LiberTIC. Con il sostegno della città di Nantes, sta organizzando una conferenza pensata come la rampa di lancio di una futura iniziativa di Erasmus Open Data. Il gruppo di EPSI platform è coinvolto in modo attivo. La Commissione Europea parteciperà, probabilmente rappresentata dal project officer di EPSI platform stessa. Per mostrare che si fa sul serio, LiberTIC ha perfino destinato un piccolo budget al rimborso dei costi di viaggio verso Nantes di alcuni dei partecipanti. Con la solita generosità, Spaghetti Open Data ha già risposto alla sfida – vi prometto che la comunità italiana sarà ben rappresentata a Nantes.
- Con il discorso del 17 Kroes ci fa sapere che anche lei fa parte del percorso. Trovo straordinario che un’iniziativa così piccola sia arrivata alla sua attenzione: qualcuno a DG CNECT (forse il team EPSI?) sta facendo un ottimo lavoro nel vendere l’idea alla gerarchia.
Può darsi che avremo il nostro Erasmus Open Data. O forse no. Comunque vada a finire, una cosa è chiara: se un tipo qualunque come me può proporre un’idea dal suo blog personale in aprile e ascoltare un commissario europeo offrirle tutto il suo sostegno a luglio, significa che la comunità open data sta dettando l’agenda. Ci siamo, e facciamo cose interessanti con i dati, e tutti lo sanno. Siamo noi che parliamo con le agenzie governative che devono scrivere le leggi e le linee guida, e che spesso le scriviamo per loro. Possiamo mobilitarci rapidamente ed efficacemente – la stessa LiberTIC ha messo insieme una conferenza internazionale in due mesi. E tutti sanno che, semplicemente, non si può fare open data senza una comunità forte e indipendente, con una forte presenza di società civile e settore privato.
Quindi, l’Europa sta molto attenta a quello che facciamo. E ci sono segni che anche lo Stato italiano sia in ascolto, al di là dei soliti balletti e dell’attenzione al breve termine. Sarebbe un peccato sprecare questa opportunità per arricchire il nostro mondo di un po’ di trasparenza e conoscenza data-powered. Ma io credo che la comunità sia pronta, e che l’opportunità non sarà sprecata.
Nel frattempo, signora Kroes, grazie del suo supporto. C’è un piccolo errore in quella parte del suo discorso (“Abbiamo messo in piedi…”): Erasmus per gli open data è, a oggi, un’iniziativa della comunità, non dell’unione europea. Ma non è grave; non siamo gelosi, e adesso l’idea è pubblica e tutti possono contribuirvi e migliorarla. Venga a Nantes, sarà la benvenuta, sia in forma ufficiale che in forma privata. Se viene in forma privata, ci mandi una mail: ci sarà codice da scrivere, dati da pulire, pizza e esperienze da scambiarci. Ci siederemo insieme a rifare qualche sito dell’UE, e ci sarà da divertirsi.