Grazie, grazie a tutti: il contest per progettare il logo del progetto Kublai ha dato davvero ottimi risultati. Hanno partecipato 13 creativi da tutta Italia, diversi dei quali con più di una proposta. La scelta ci ha messo abbastanza in crisi, visto che il livello era uniformemente alto e veniva davvero da attaccarsi all’innamoramento irrazionale per questa o quella proposta. Alla fine abbiamo scelto la proposta di Beatrice Bresciani, che ci convince da vari punti di vista. Congratulazioni a Beatrice, che in questi giorni uno di noi contatterà per farle un contratto, ma complimenti anche a tutti gli altri.
Una ricaduta interessante di questa faccenda è che scegliere il logo ci ha costretti a confrontarci più in generale sugli stili di comunicazione da adottare. Gli insegnamenti più importante, almeno per me, sono due: (1) stare attenti a dare un’idea di apertura: i creativi interessati ad avvicinarsi a Kublai devono trovare porte spalancate. La selezione si farà dopo, e sarà inevitabile perché fare progetti creativi che favoriscano lo sviluppo locale richiede duro lavoro. e (2) non prendersi troppo sul serio. Il nuovo logo è allegro e amichevole, e spero che ci aiuterà a tenere a mente queste cose.
Eccolo:
Ciao Alberto,
ottima scelta.
Questa è una mia lettura semiotica e semantica del logo:
la grafica (la semiotica) del logo mi porta a scomporlo
tre parti, Ku – Bla – i
A queste tre parti ho associato una semantica, aiutato da Wikipedia :-),
ovviamente esiste una molteplicità di diversi significati associabili, ma questa
combinazione mi è sembrata pertinente.
Ku lingua inventata per il film The interpreter (2005)
“La tagline del film è “la verità non necessita di traduzione”, che in Ku è “Angota ho ne njumata”.
Come dire, le attività creative umane non necessitano di traduzione
il messaggio diventa empatia tra l’autore e fruitore.
Bla “..industrie creative (arti, cultura, web, hi tech)”,
il termine Bla racchiude in sè le varie espressioni della creatività umana
i progetto Italiano
Ciao
Luca
Grazie Luca! In realtà anche la spiegazione di Beatrice divideva la parola in Ku-bla-i, anche se con significati non esattamente uguali ai tuoi. Comunque, adesso abbiamo un logo… 😎
Solo un commento sul logo scelto alla fine:
non so quante proposte vi sono arrivate, la cosa certa è che non ci avete detto chi ve le ha mandate, quante sono e, soprattutto, non ce le avete fatte vedere. Voglio dire, lo spirito di partenza “ok grafici del mondo unitevi e fate il logo per il progetto Kublai” è molto interessante e avrebbe meritato una gestione “post selection” leggermente differente secondo me.
1) pubblicare i loghi ricevuti lasciano la possibilità agli utenti di commentarli e/o votarli
2) pubblicare i nomi di chi li ha proposti (se lo hanno permesso ovviamente)
3) pubblicare il nome del vincitore
4) spiegare quale ragionamento ha portato alla scelta del logo
Detto questo vorrei esprimere il mio giudizio su questo logo:ad occhio e croce sono 3 font differenti: k-u-bla-i di cui 2 praticamente identici k e u tre uguali “bla” e non si sa perchè e la “i” che sembra quella di un chiosco informazioni.
Inoltre la scelta cromatica non ha proprio significato ku in nero (ku ha un significato particolare? non credo) bla in giallo ocra (bla ha un significato particolare? non credo) e la i in arancione (oltre al chiosco informativo quale altro significato gli si può dare?).
Il loghetto sulla ku richiama un po lo spirito di collaborazione che spinge il progetto e direi che è abbastanza azzeccato.
Questo è quanto: ora 2 sono le cose, o 1000 euro non bastano per avere un lavoro serio oppure non avete giudizio e avete scelto la proposta sbagliata, fate voi.
In merito ai significati che avete dato al logo:
Ma secondo voi è normale che solo l’autore del logo capisca il suo significato?
E’ normale che il significato sia talmente criptico ed autoelettivo che serve andare a cercare su wikipedia possibili significati cercando di teorizzarne uno che abbia una testa e una cosa per 1 ora?
Ma cavolo, un logo deve essere semplice, efficace ed immediato e non una cosa per pochi eletti che si sono passati la voce a maggior ragione che si tratta di un progetto pubblico.
Non ci siamo proprio.
Buona idea, pessima gestione, pessimo risultato.
Ciao Marco, grazie per le tue osservazioni. Per essere sinceri per noi la scelta del logo non era una scelta particolarmente importante, non siamo mica Coca-Cola. Serviva una roba da mettere sulla testata del blog, senza prenderci troppo sul serio, e adesso c’è, tutto qui. Beatrice – come altri creativi – ha argomentato anche le sue scelte, ma in realtà le argomentazioni di questo tipo (“ku” per la concretezza e la solidità, “bla” per la parola, il lato fantasioso della nostra cultura, “i” come informazione…) non ci convincono più di tanto. La cosa che girava nel nostro gruppo era piuttosto “meglio sembrare una gelateria che una boutique”, insistendo sulla connotazione più che sulla denotazione.
Le proposte – l’ho scritto nel post – sono venute da 13 creativi diversi. Erano circa 20.
Può essere benissimo che abbiamo scelto “la proposta sbagliata”, ognuno di noi aveva un logo preferito diverso (il mio non è passato ;-)). Siamo economisti, esperti di web e di innovazione, non artisti visivi. Comunque credo proprio che non è su questa cosa che ci giochiamo il progetto.
Beh effettivamente in questo momento con il cambio al vertice diciamo che il vostro progetto potrebbe essere uno dei primi ad essere segato probabilmente. Mi dispiacerebbe perchè è una bella iniziativa e visto il logo scelto mi spiace ancora di più perchè, un po per pigrizia un po perchè contavo arrivassero loghi migliori, non ho più mandato il mio.
in bocca al lupo comunque
ps
anche io sono al mef
Marco: lavori al MEF? Di cosa ti occupi? Probabilmente abbiamo delle cose da dirci… se ti va, io sono alberto [at] cottica [punto] net