Archivio della categoria: default (it)

Come scegliere le proprie battaglie (e capire quando si ha perso)

Molte persone in tutto il mondo stanno cercando di portare avanti progetti di cambiamento. Se stai leggendomi, è probabile che tu sia una di queste persone. Ciò che cerchiamo di cambiare dipende dai livelli di ambizione e di hybris di ciascuno di noi: può essere le proprie abitudini personali, una città, un settore industriale, o tutto il mondo. Ma a tutti i livelli abbiamo le stesse due decisioni da prendere.

  • Cosa tentare. Ci sono molte cose che ci piacerebbe cambiare, ma la maggior parte di quelle interessanti sono difficili. E comunque le nostre risorse sono scarse: possiamo fare uno o due tentativi ogni qualche anno, al massimo. Come scegliere il campo di battaglia?
  • Quando fermarsi. Immaginate questa situazione: da un paio d’anni cercate di cambiare qualcosa. Non avete fallito: la vostra iniziativa è ancora in piedi, e sta facendo progressi. Ma non è nemmeno chiaro che stiate vincendo. Il vostro movimento raccoglie adesioni, ma non avete ancora impatto sul problema che vi interessa. La vostra impresa si regge, ma non siete ancora in grado di pagare compensi di mercato. State vincendo? State perdendo? La cosa giusta da fare è continuare a spingere o dichiararvi sconfitti e abbandonare il campo?

Continua in inglese qui.

Photo credit: Cathy Davey on Flickr.com

Guida alla costituzione di una società in Estonia usando il programma di e-residency

Ai primi del 2017, i miei soci ed io abbiamo fondato una nuova società in Estonia, Edgeryders Osaühing. Fare cose del genere è diventato molto più facile grazie al lancio del programma di e-residency, avvenuto nel 2014. Abbiamo spiegato il perché di questa mossa in un post a parte. Ma abbiamo dovuto fare parecchia ricerca per capire come farla. Vogliamo condividerla, sperando che possa aiutare quelli di voi che stanno pensando di fare lo stesso.

La guida è in inglese e si trova qui.

Hidalgo and Hausmann's product space.

Le politiche pubbliche come gestione del rischio sociale: cinque economisti per i prossimi dieci anni

Nota dell’autore: questo non ha la pretesa di essere un saggio accademico. È più un post lungo e un po’ tecnico. Se, nonostante questo, pensi che dovrebbe essere pubblicato in un luogo più accademico, scrivimi. Sto lavorando sulla traduzione italiana, ma potrebbe prendere parecchio tempo. Se vuoi aiutarmi nella traduzione, scrivimi, te ne sarò grato. Leggi la versione inglese