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Policy hackers: tre protagonisti dell’azione di governo


La settimana scorsa ho avuto una fortuna straordinaria: incontrare tre servitori dello Stato (anzi degli Stati, visto che parliamo di tre paesi diversi) dal profilo intellettuale molto alto. Ciascuno di loro è un punto di riferimento nel proprio campo.

Mercoledì ero con Geoff Mulgan, inglese, fondatore di Demos, CEO di Young Foundation, in procinto di andare a dirigere il prestigioso NESTA. Viene da studi di comunicazione. Nel Regno Unito è abbondantemente una star, avendo ricoperto incarichi di rilievo nel governo Blair); e mi pare che lo stia diventando anche nel resto d’Europa, perché la sua è una voce molto ascoltata a Bruxelles in tema di innovazione sociale proprio nel momento in cui l’Europa sta decidendo di investire sul tema. È impegnato nella progettazione della Big Society del primo ministro Cameron, modello controverso ma studiato con attenzione da tutto il continente – anche perché è l’unico che aggredisce esplicitamente il tema della difesa del welfare in un mondo finanziarizzato e globalizzato. .

La sera dello stesso giorno ho cenato con Fabrizio Barca, italiano, direttore generale del ministero dell’Economia e consigliere della Commissione Europea per la riforma della politica regionale. Viene da studi di economia. Negli anni Novanta dirige il servizio studi di Bankitalia: quando Carlo Azeglio Ciampi lascia la Banca per diventare ministro del Tesoro lo porta con sè. Insieme danno vita a una straordinaria avventura di institution building, reclutando un nucleo di tecnici di livello internazionale e mettendoli al lavoro sul tema dello sviluppo del Mezzogiorno. Il risultato è il Quadro Strategico Nazionale, il documento di policy più intelligente e nobile che abbia mai letto. Fabrizio ha una visione strategica molto ampia in cui integra di tutto, dalla letteratura scientifica ai rapporti governativi e alle discussioni con i leaders della società civile), ed è molto veloce nell’interazione (risponde alle mail in un minuto o due, e i suoi collaboratori raccontano che quasi nessuno riesce a stargli dietro). È un’autorità internazionale sul tema dello sviluppo.

Giovedì ho passato la giornata con Beth Noveck, americana, fondatrice di Peer to Patent, ex vice CTO alla Casa Bianca, in procinto di assumere un incarico nel governo britannico in tema Open Government. Viene da studi di diritto. Beth è quella che conosco meglio (ci scambiamo pareri da un anno, e ha collaborato al mio libro), ed è anche quella che sento più vicina come interessi: il suo campo è lo stesso in cui mi muovo io, la collaborazione tra governo e cittadini, di cui è un’esperta di classe mondiale. È l’unica dei tre ad essere soprattutto un’accademica.

La conclusione dei tre incontri è scontata, ma fa sempre bene ripeterla: ho ancora tanto, ma tanto, ma tanto da imparare. Imparerò.

L’economista errante: ad Amsterdam con Geoff Mulgan, a Roma con Beth Noveck

Sono di nuovo in viaggio. Ho finito la settimana scorsa con una presentazione del mio lavoro al corso di Complex Social Networks all’European University Institute, a Firenze: adesso sono a Berlino per preparare il programma del WOMEX 2011.

Questa settimana mi aspettano altre due belle occasioni di confronto. Martedì 24 e mercoledì 25 sarò ad Amsterdam alla SIX Spring School sull’innovazione sociale. Mi spetta l’onore di aprire la giornata di mercoledì: gli amici di SIX mi hanno organizzato un’intervista in cui parlare di politiche pubbliche online. In particolare sono interessati al caso Kublai, rappresentativo della straordinaria opportunità che l’Internet sociale offre ai policy makers ma anche delle difficoltà incontrate su questo terreno dalle amministrazioni, concentrate sulle procedure e non sempre in grado di tenere il passo con le dinamiche sociali di rete. Il mio intervistatore è un pezzo da novanta: Geoff Mulgan, l’intellettuale che sembra avere ispirato la recente attenzione della Commissione Europea al tema dell’innovazione sociale. Ex numero uno della Young Foundation, Geoff è diventato recentemente il CEO di NESTA, il principale think tank britannico sul tema dell’innovazione nelle politiche pubbliche. Sono molto curioso di conoscerlo.

Giovedì 26 sarò a Roma, al Senato della Repubblica, per partecipare all’incontro su Democrazia aperta e governo in rete della Fondazione Zefiro (info e registrazione obbligatoria). Sono molto contento di incontrare finalmente di persona Beth Noveck, l’ex vice CIO della Casa Bianca di Obama, con cui ci confrontiamo ormai da un anno. Beth e io faremo i due keynotes della giornata.

E poi a casa! Chissà se Milano è ancora al suo posto… 🙂

Con Beth Noveck a Roma: storie parallele del governo Wiki


Seguo e ammiro da anni il lavoro di Beth Noveck. Americana, professore a NYU, blogger (il suo blog è una delle mie fonti più preziose), Beth ha inventato e diretto Peer to Patent, il primo progetto 2.0 dell’amministrazione federale americana. Peer to Patent è entrato nel radar di Barack Obama, che lo ha molto lodato quando era un candidato alle elezioni presidenziali; quando si è insediato alla Casa Bianca, ha chiamato Beth per guidare il progetto Open Government della sua amministrazione, con il titolo di Deputy Chief Technology Officer. Nel 2009 ha pubblicato un libro che mi è stato utilissimo (stavo lavorando al mio Wikicrazia), dal titolo The Wiki Government, in cui racconta il progetto e come esso permetta di ripensare l’attività amministrativa.

Il mio percorso ricorda a tratti una specie di modello in scala ridotta di quello di Beth: il blog, il primo progetto 2.0 dell’amministrazione centrale italiana, il libro. Da circa un anno ci confrontiamo spesso; generosamente, ha collaborato al mio libro, scrivendo anche un pezzo della prefazione. Per questo motivo sono molto orgoglioso e contento di potere fare una cosa con lei: terremo i due keynotes in una discussione pubblica sulla fase due del governo wiki, quella del passaggio da sperimentazione cool a modalità standard dell’azione amministrativa. L’incontro si terrà il 26 maggio a Roma, alla Sala Capitolare del Senato delle Repubblica alle 16.30, e sarà presieduto dal vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Al timone organizzativo sta il bravissimo Fabio Maccione della Fondazione Zefiro (grazie!), e siete tutti invitati, davvero di cuore! Iscrizioni obbligatorie (serve un accreditamento per entrare al Senato) qui. Giacca e cravatta obbligatorie per gli uomini. Dovrò farmi prestare una cravatta da qualcuno anch’io!