Una segnalazione dall’ottimo Tito Bianchi, economista in forza all’UVAL: sembra che negli ultimi tempi diverse amministrazioni del mezzogiorno si stiano interessando al tema degli spazi per la creatività. In Basilicata c’è il progetto Visioni Urbane, di cui ho parlato già molto perché sono coinvolto in prima persona come consulente del DPS; a Catanzaro un progetto Formez ispirato da Mimmo Cersosimo e condotto da un gruppo di suoi allievi sta affrontando lo stesso argomento (in realtà vorrebbero coinvolgere anche me, ci siamo incontrati la settimana scorsa per cominciare a parlarne); infine, sono in movimento le varie gemmazioni del progetto pugliese Bollenti Spiriti (ne ha scritto Marco qui), come questa. Questa attenzione mi fa piacere, ma non mi stupisce: gli spazi alla fine sono edifici, roba solida, che si tocca con mano e che porta consenso. La scommessa vera è farli vivere, e per questo temo proprio che ai creativi che rivendicano spazi da gestire serva una qualche nozione che esistono mercati dei prodotti culturali e che bisogna cercarli e svilupparli. Mica facile. Con il gruppo di Visioni Urbane stiamo ragionando su queste cose proprio in questo periodo, vi terrò informati.
Spazi creativi a sud
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