Una mail di Davide D’Atri mi porta una piccola buona notizia dal music business: l’etichetta l’anglo-romana Beatpick, di cui Davide è fondatore, ha piazzato 130 brani musicali del suo catalogo per la sincronizzazione con la trasmissione televisiva (di La7) Universification. Secondo Davide è la prima volta che musica pubblicata con licenza Creative Commons arriva sui canali televisivi nazionali.
Sono contento di questo successo, che Davide e Beatpick meritano ampiamente. In realtà io penso da tempo che le licenze flessibili e a bassi costi di transazione conferiscano un piccolo vantaggio competitivo a chi le usa. In questo caso, la licenza Creative Commons consente un uso libero non commerciale (il ragazzino può scaricare la musica gratuitamente), mentre concede l’uso commerciale a pagamento (la produzione di Universification paga per usare i brani). Questo evita la “scrematura” della SIAE – percepita come una tassa dagli operatori – e soprattutto le lungaggini nel trattare con le editoriali di proprietà delle majors, che detengono cataloghi sterminati ma non valorizzano che pochissime cose. Di fatto funzionano bene per trattare i diritti dei brani delle stars con Hollywood ma non prestano attenzione alle proposte delle piccole e medie produzioni. Anch’io, quando ho avuto bisogno di musica per i video di Kublai, mi sono rivolto a Beatpick, in modo da non avere restrizioni legali sulla circolazione dei materiali prodotti. Quindi scaricate, forwardate, embeddate pure: è SIAE-free, è legale, è Beatpick.