Tra gli eventi tecnologici a cui ho partecipato Reboot è il più vicino alla cultura internet originale. Radicalismo cognitivo, richiami allo yoga e allo zen, Djs, spazio giochi per i bambini, feste interrotte dall’arrivo della polizia (l’anno scorso): si sente benissimo l’origine controculturale della scena hacker. E i grandi vecchi come Dave Winer o David Weinberger (entrambi presenti: il secondo ieri ha affrontato con una passione quasi fisica il tema della moralità e della cyberutopia, nientemeno) hanno uno status simile a quello degli ex partigiani nell’Italia degli anni 60: hanno un prestigio indiscusso, sono circondati di grande affetto e rispetto, e in virtù di questo si possono permettere posizioni più radicali e innovative di chiunque altro. Non so se la mia generazione riuscirà a produrre pensatori altrettanto influenti in questa cultura. Non credo. Meglio tenerci stretti questi.
Il ritorno della controcultura: i pionieri del web come partigiani
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