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E-government 2.0 as mesolevel policy

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Public Services 2.0 turned out to be really exciting. Of course I knew most of the projects out there, but it was good to get to meet the people behind them in person and to get their vision behind the projects themselves.

Regularities surfaced. For example, participants in policy-oriented social network are regularly more constructive than you would expect (half the messages in PatientOpinion are to say thank you – this on a highly sensitive government area like the National Health Service and with anonymous posting). Also, most projects emphasize collaboration, but there is a great deal of competition as well; Social Innovation Camp is structured as a beauty contest; we have our own Kublai Award; and everybody does metrics, “karma systems” of some sort to acknowledge active membership of the community. Networks seem to have a number of interesting properties that are emergent: they cannot be well understood just by looking at the level of the participating agent. They sometimes seem to have a will of their own: both Savvy Chavvy and Kublai evolved towards uses quite different from the ones they were designed for.

If networks are entities (I suspect they may in fact be complex systems, and that some of the complexity math could apply) and not just ways to connect nodes, then just what are we are doing here? We are deploying services and doing policy, that’s for sure. It’s not macro policy – we don’t manipulate aggregates like public consumption. And not micro policies either – we don’t tweak incentives for individual agents, like tax rates. It’s meso policy; and that’s a pretty unchartered territory so far. In a policy oriented social network, their creators enjoy in their turn somekind of meso status; we do not wield coercion power (macro), but it certainly cannot be said we are just users among users (micro). We work by meso tools: moral suasion, reputation management, expanding islands of rules for  local interactions that generate “flocking behaviour” (like “when you log in, take a minute to say hello and welcome to the newly registered members”) – hell, even parties in Second Life! It’s an entirely new territory, that must be chartered; and the crowd that David, Lee and Dominic gathered in Brussels seems the most likely candidate to do it. So let’s get down to it!

(More related posts, videos etc. here)

User generated government su Nòva e a Bruxelles

L’ultimo numero di Nòva dedica la copertina all’innovazione digitale nella gestione pubblica. Il titolo è accompagnato da un articolo di David Weinberger nel quale si sostiene che il web 2.0 può avere un importante impatto nel progettare (non solo nel fare funzionare) le politiche pubbliche. Nel paginone centrale Di Corinto ribadisce che il web 2.0 “funziona bene” e che il settore pubblico deve applicarlo all’e-government. Il tutto è accompagnato da una lunga spiegazione del piano e-gov 2012 del ministro Brunetta (che però si dota di obiettivi che, pur condivisibili, sono in genere assolutamente 1.0, tipo i certificati giudiziari online) e da alcuni esempi di e-government molto noti.

Apprezzo molto l’interesse di Nòva per questo tema, al quale ho intenzione di provare a dare un piccolo contributo. Inseguendo il tema assai diverso della creatività, mi sono trovato anch’io a fare parte della (ancora ristretta) schiera dei project managers di iniziative di e-gov 2.0 (la mia, naturalmente, è Kublai, preceduta dall’esperienza ibrida di Visioni Urbane). Per ora preparo le valigie per Bruxelles, dove si terrà il primo incontro delle esperienze europee web 2.0 nei servizi pubblici, organizzato da Tech4i2, Headshift, FutureGov e il portale e-practice della Commissione Europea. L’anima dell’iniziativa è David Osimo, il cui approccio è davvero vivificante:

This gap cannot be filled by repeating the same PRESENTATIONS ON WHAT CAN BE DONE with web 2.0. It is high time to DEMONSTRATE WHAT IS DONE ALREADY and to learn from experience.

Mi aspetto molto da questa conferenza, per quanto ne so la prima del suo genere: non solo per la qualità delle iniziative rappresentate (tra cui mypatientopinion, farmsubsidy.org etc, cioè le cose che sono partite per prime e di cui tutti parlano) ma anche perché so che David presidierà il formato, privilegiando la discussione e evitando le solite passerelle. Gli organizzatori considerano Kublai una policy, per cui il mio intervento avrà luogo nel pomeriggio. Si sta formando un “torpedone Kublai”, per cui se vi interessa venire datemi un cenno.

Ok, ok, vengo al RomeCamp – con Kublai

Ieri ho deciso di presentarmi al RomeCamp. Le ragioni principali sono due: ho voglia di “toccare base” con la scena barcampica e bloggante italiana, dalla quale manco da un bel po’ per ragioni varie di tour, convegni e altro; e ha preso forma “dal basso” un incontro di Kublai, visto che saranno presenti diverse persone del mio gruppo di lavoro (tra l’altro uomini delle istituzioni, che non hanno mai partecipato a un Barcamp) e vari membri della community kublaiana. Sono molto curioso, per esempio, di incontrare in presenza i ragazzi di Critical City (faranno anche una presentazione), un progetto su cui in Kublai si sta lavorando molto.

Farò una presentazione anch’io, venerdì pomeriggio (slides qui sotto). La mia idea per la società del futuro è il crowdsourcing dell’azione di governo del territorio (ambiziosetto, me ne rendo conto): immagino un mondo di politiche user-generated, in cui le immense risorse di intelligenza e conoscenza del territorio incorporate nelle testolinedi noi tutti vengano mobilitate da strumenti 2.0 e sorrette da una solida etica hacker (quest’ultimo punto è stato espresso benissimo da David, che purtroppo al RomeCamp non ci sarà). Nel suo microscopico, Kublai è – o almeno vorrebbe essere – proprio questa cosa qui. Ma il vero punto forte della mia presentazione sarà la distribuzione delle ultime spillette.;-)