Tag Archives: European Commission

Policy as conversation? (Italiano)

Sarò troppo ottimista, ma vedo segnali che si stia aprendo una conversazione di tipo nuovo tra (alcune) pubbliche amministrazioni e (alcuni) cittadini. Eccoli:

1. Il seminario dell’OCSE a cui ho partecipato la settimana scorsa a Londra. Si è parlato di co-progettazione e co-implementazione di servizi pubblici, amministrazioni e cittadini insieme; e se ne è parlato con uno stile disingessato, in gruppi di lavoro internazionali che discutevano di casi molto concreti. E la cosa più interessante è che fa parte di una serie di seminari (Innovative Delivery Workshop Series), quindi sembra che l’OCSE sia intenzionato ad andare in questa direzione.

2. Il gruppo di Public Services 2.0 che lancia oggi un brainstorming collettivo per costruire una dichiarazione da presentare alla conferenza dei ministri UE sulla strategia europea per l’IT (Målmo, novembre 2009).

3. La Commissione Europea che partecipa a una conferenza abbastanza hacker come Reboot, e vi organizza un seminario su come aiutare il nuovo parlamento europeo a prendere decisioni sensate in materia di politica della tecnologia.

Non è realistico aspettarsi soluzioni miracolose da questa roba, in fondo si tratta di cose molto piccole. Ma sono piccole cose sagge, e sono meglio, molto meglio dell’attuale balcanizzazione del dibattito, con l’onorevole Carlucci che augura al figlio del blogger e giornalista Alessandro Gilioli di essere adescato da un pedofilo (in questo video).

Genio pontieri

In un post molto efficace – e che vince il premio per il miglior titolo: Hacking the European Commission – David tira le somme di Public Services 2.0, e si dichiara soddisfatto. Il workshop era proprio giusto: autogestito, ma non caotico; franco e diretto, ma non gratuitamente polemico; ad alta intensità di tecnologia, ma non esoterico. Di conseguenza, molti funzionari di rango elevato della Commissione ne hanno percepito la novità, ma senza per questo considerarlo strampalato o minaccioso.

David, Lee, Dominic e Justin hanno costruito un ponte tra la Commissione e il mondo del web 2.0. A questo risultato abbiamo contribuito tutti noi, ma un merito particolare va attribuito a David, che ha passato anni a Bruxelles, ha lavorato per la Commissione stessa e ne conosce bene linguaggi e logiche. Proprio questa conoscenza gli ha permesso di mettere in piedi un formato così efficace. Nessuno di noi ne sarebbe stato capace.

Ci vogliono gli innovatori, quelli che gli americani chiamano trailblazers. Ma in fondo non ce ne vogliono poi così tanti: la nostra capacità di migliorarci in quanto società non sembra limitata tanto dalla capacità di produrre innovazione, quanto da quella di assorbirla e metterla a sistema. Le persone come David, che si impegnano per tradurre le cose, portandone il significato profondo ad attraversare i linguaggi, le pratiche, i sistemi di pensiero: queste persone sono importanti perché costruiscono ponti, allargano strettoie, sbloccano ingorghi e permettono alle idee di diffondersi sempre più lontano.

E a proposito di costruire ponti, è stata molto bella l’esperienza dell’endorsement istituzionale di Kublai. Ne racconterò presto.

User generated government su Nòva e a Bruxelles

L’ultimo numero di Nòva dedica la copertina all’innovazione digitale nella gestione pubblica. Il titolo è accompagnato da un articolo di David Weinberger nel quale si sostiene che il web 2.0 può avere un importante impatto nel progettare (non solo nel fare funzionare) le politiche pubbliche. Nel paginone centrale Di Corinto ribadisce che il web 2.0 “funziona bene” e che il settore pubblico deve applicarlo all’e-government. Il tutto è accompagnato da una lunga spiegazione del piano e-gov 2012 del ministro Brunetta (che però si dota di obiettivi che, pur condivisibili, sono in genere assolutamente 1.0, tipo i certificati giudiziari online) e da alcuni esempi di e-government molto noti.

Apprezzo molto l’interesse di Nòva per questo tema, al quale ho intenzione di provare a dare un piccolo contributo. Inseguendo il tema assai diverso della creatività, mi sono trovato anch’io a fare parte della (ancora ristretta) schiera dei project managers di iniziative di e-gov 2.0 (la mia, naturalmente, è Kublai, preceduta dall’esperienza ibrida di Visioni Urbane). Per ora preparo le valigie per Bruxelles, dove si terrà il primo incontro delle esperienze europee web 2.0 nei servizi pubblici, organizzato da Tech4i2, Headshift, FutureGov e il portale e-practice della Commissione Europea. L’anima dell’iniziativa è David Osimo, il cui approccio è davvero vivificante:

This gap cannot be filled by repeating the same PRESENTATIONS ON WHAT CAN BE DONE with web 2.0. It is high time to DEMONSTRATE WHAT IS DONE ALREADY and to learn from experience.

Mi aspetto molto da questa conferenza, per quanto ne so la prima del suo genere: non solo per la qualità delle iniziative rappresentate (tra cui mypatientopinion, farmsubsidy.org etc, cioè le cose che sono partite per prime e di cui tutti parlano) ma anche perché so che David presidierà il formato, privilegiando la discussione e evitando le solite passerelle. Gli organizzatori considerano Kublai una policy, per cui il mio intervento avrà luogo nel pomeriggio. Si sta formando un “torpedone Kublai”, per cui se vi interessa venire datemi un cenno.