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La forza e la fatica e degli open data

Dalla mailing list di Spaghetti Open Data (impagabile) raccolgo e rilancio due segnalazioni di questi giorni che mi sembrano interessanti.

  1. la prima è la straordinaria demo di data.gov sui terremoti. Pesca da un dataset di terremoti, archiviati per intensità e coordinate geografiche, e restituisce una mappa dei terremoti dell’ultima settimana. Siccome è aggiornata dinamicamente, la visualizzazione cambia nel tempo: qui sopra mostro uno screengrab che fa vedere i 300 e passa eventi sismici avvenuti in Giappone questa settimana, su oltre 400 in tutto il mondo (hat tip: Matteo Brunati). Riccardo Strobbia ha costruito uno strumento simile, stringendo i limiti temporali della query per avere una visualizzazione dei terremoti in tempo reale (hat tip: Federico Bo)
  2. la seconda è utile per temperare i nostri entusiasmi per i dati aperti con le difficoltà molto reali di manipolazione. Eric Sanna ha pubblicato una specie di tutorial per costruire un semplice grafico a partire dal dataset di assenze dal lavoro dei dipendenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la cui pubblicazione, come forse ricorderete, è prevista dal decreto Brunetta. Il CNR, come purtroppo molti enti e agenzie, ha pubblicato sì i dati, ma in formato PDF, quindi pochissimo aperto. A forza di smanettare, Eric riesce a passare da PDF a Excel, e da Excel a un grafico. Però ci mette un’ora e mezza: lui, che in quanto a rapporto con i dati è decisamente più attrezzato del cittadino medio (lavora all’ISTAT)! Inoltre, il lavoro descritto da Eric serve solo a fluidificare i dati e mostrarli, mentre si ferma alla soglia dell’elaborazione vera e propria – cioè della fase che potrebbe strappare ai dati qualche segreto, qualche intuizione. Per esempio: come interpretare il picco di assenze in agosto? Conclusione: manipolare i dati è faticoso, e lo rimarrà ancora a lungo. C’è ancora molto lavoro da fare per rendere i dati pubblici veramente fruibili, e fino a che non lo saranno il loro potenziale rimarrà ancora, almeno in parte, inespresso.

Spaghetti open data: ciò che bolle in pentola

Dopo una pausa natalizia piuttosto lunga, la mailing list di Spaghetti Open Data è ripartita alla grande. In questi giorni stanno un po’ tutti giocando con un plugin WordPress scritto da Vincenzo Patruno, informatico in forza all’ISTAT e nolto attivo su SOD. Si tratta di un widget che attinge al data warehouse online di ISTAT e restituisce dati aggiornati in tempo reale sulla popolazione del Comune, Provincia o Regione italiana che ci interessa (l’installazione, molto facile, è spiegata qui).

La cosa divertente è che un altro membro della mailing list, Paolo Mainardi, ha avuto l’idea di fare la stessa cosa per Drupal. Ha chiesto a Vincenzo il codice del suo plugin, e poche ore dopo ha rilasciato un plugin analogo – e che usa la stessa fonte di dati – per Drupal (potete prenderlo da qui). Complimenti a Vincenzo e a Paolo: direi che il movimento italiano open data ha dimostrato di avere le capacità tecniche per andare lontano.

Poi ci sarà da costruire una comunità di utilizzatori dei dati aperti, che abbiano voglia e capacità di raccontare storie basate sui dati che ci servano a capire meglio – e a riprogettare – la nostra vita in comune, dalle politiche dell’accoglienza ai conti pubblici. Ma questa è un’altra storia, e ci arriveremo. Una prima mossa in questa direzione potrebbe essere quella della città di Torino, che ha appena lanciato questo bando (hat tip: Lorenzo Benussi, sempre sulla solita mailing list)

Spaghetti open data: what’s coooking

After a long new year festivity pause, the Spaghetti Open Data is back with a vengeance. These days everyone is playing around with a WordPress plugin coded by Vincenzo Patruno, a developer working for ISTAT, very active among us spaghetti and open data lovers. The plugin is a widget that taps into ISTAT’s data warehouse and returns real-time demographic data on a municipality, province or region of our choosing (installation, supereasy, is explained here).

Seeing this, another mailing list participant, Paolo Mainardi got the idea to do the same thing for Drupal. So he asked Vincenzo for the code, promptly got it, and just a few hours later he released a similar plugin, that taps into the same data, that runs on Drupal (get it here). Kudos to Vincenzo and Paolo: clearly the Italian open data movement has all the technical skills it needs.

Then, of course, we’ll need to build a community of open data re-users, with both the drive and the ability to tell stories grounded in data; stories that we can use to better understand our common life as citizens, from integration policies to the State’s accounting, and redesign them as needed. But that’s a completely different ballgame, and we are not there yet. But we will. A first step in that direction might be an initiative of the city of Torino, which just launched this call for ideas (hat tip: Lorenzo Benussi, on the same mailing list).