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Gli atomi sono gratis

Nella storia di copertina di Wired (USA) di febbraio c’è un numero che mi ha colpito molto. Scrive Chris Anderson:

…viene fuori che ci sono molti tipi di pilota automatico che puoi comprare […], ma più mi informavo e peggiori mi sembravano. Erano molto cari (da 800 a 5.000 dollari), difficili da usare e proprietari. Era chiaro che questo mercato aveva un disperato bisogno di concorrenza e democratizzazione – la legge di Moore stava lavorando, praticamente azzerando il prezzo di ciascun componente. L’hardware per un buon pilota automatico non dovrebbe costare più di 300 dollari, anche con un buon profitto. Tutto il resto era proprietà intellettuale, e sembrava che fosse venuto il momento di renderla libera, scambiando margini alti per innovazione aperta. [traduzione mia]

300 dollari su 5.000? Dal 60 al 94% del denaro speso per l’autopilota non serve a pagare gli atomi di cui è fatto, ma i suoi bit. Ed è evidente che non stiamo parlando solo di autopiloti: il laptop su cui sto lavorando, il vostro telefono, per non parlare della vostra auto sono fatti (economicamente parlando) soprattutto di bit: codice, design, marketing. Sono i bit a guidare il prezzo. Gli atomi sono praticamente gratis.

Non credo che questa cosa possa durare a lungo. Per una ragione ineluttabile di efficienza economica: poiché l’informazione (i bit) non si consuma usandola, chi ricicla l’informazione è sempre più efficiente di chi non lo fa. I sistemi proprietari saranno sempre più sotto attacco da parte di piccoli imprenditori come sua Chrissità (la sua società DIY Drones ha fatturato 250mila dollari il primo anno, e spera di farne un milione il terzo) che guardano un oggetto e dicono: ehi, io posso fare la stessa cosa a un quinto del prezzo e guadagnarci. Non sono lontani i tempi in cui, invece di andare a comprare una nuova lavatrice, compreremo un po’ di pezzi per 20 euro e faremo una festa in cui, con l’aiuto dei nostri amici, ce la costruiremo.

Naturalmente in un mondo fatto così guadagneremo tutti 500 euro al mese, ma se la roba che ci serve costerà un ventesimo di adesso andrà bene così. Il problema è che la transizione, temo, costerà molta instabilità economica ed esistenziale, per un sacco di gente. E noi, che ci occupiamo di politiche pubbliche, non siamo neanche lontanamente pronti.