Il 2009 ci saluta con un ultimo regalo: il blog del mio amico e collega (di Kublai) Tito Bianchi, che finisce dritto nel mio blogroll. Aprendo il blog, Tito entra nella ristrettissima schiera dei funzionari pubblici italiani che affidano alla rete le loro riflessioni: e si tratta di un ingresso importante, perché il suo profilo è molto alto (lavora all’Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione del Ministero per lo Sviluppo Economico), il che gli dà una prospettiva straordinaria sul sistema Italia. Il neonato blog si chiama, appropriatamente, “Sotto gli occhi di tutti”.
Come bonus aggiuntivo, Tito scrive in uno stile pulito ed efficace molto lontano dal burocratese – anche perché si è formato al MIT. Ha perfino una lista di parole vietate, gustosissima anche se non la condivido completamente. I primi post sono godibilissimi (il mio preferito è quello sul rugby come metafora di ciò che ci piacerebbe che l’Italia fosse). Ne propongo la lettura e il commento a chi segue Contrordine Compagni: i blog di questo tipo ci arricchiscono di informazioni e punti di vista a cui normalmente non abbiamo accesso, e potrebbero perfino aumentare il grado di trasparenza della pubblica amministrazione italiana.
CriticalCity‘s victory at TechGarage was simply incredible. For one, it was overwhelming: the Milano-based crew won all three prizes (the first prize; the Wired award; and the users’ award. In fact, several VCs in the room improvised a pool of seed money for funding the startup! This sounds like an urban legend, but it is actually true: read Marco’s report – he was there). On top of that, their project is uncompromisingly not-for-profit (“we can’t and won’t monetize our player’s commitment to improve their cities”, they said), while TechGarage is a sancta sanctorum of for-profit enterprise. Somehow, this coalition of investors and business angels perceived CC as too good an idea not to make it happen.
There is a third reason why this story is incredible. CC does not come out from one of the many startup incubators built by the private sector, like Telecom Italia’s Working Capital. It comes from an environment for designing creative projects launched by the Italian public sector: Kublai, that I have the honour to have designed and to manage on behalf of the Ministry of economic development (presentation in English here). Even Gianluca, Dpixel president and TechGarage patron, got in touch with CC as a member of the Kublai Award jury.
1. Communities, if they are oriented in the right way, can single out the best ideas. Kublai aggregates creative projects, not lolcats videos: they are complex, and their assessment is multifaceted and multidimensional. CriticalCity’s project document is more than 30 pages long with attachments. The Kublaian community’s consensus on CC predicted with great energy and effectiveness what happened at TechGarage and elsewhere.
2. The public sector, traditionally more public goods-oriented than the private, finds itself in a strategic position. Artifacts like Wikipedia, Delicious, Flickr, Twitter have public good nature, i.e. they are resources for everybody to use. Now, public goods are great, but being public means there is no rivalry in their consumption, so they are by definition difficult to monetize. Consequently many great web 2.0 out there have business model problems. This is an opportunity for the public sector, whose very mission is to produce public goods. After the tragedy of the commons started in the 1700s, digital technologies allow today to invert the trend and start creating new commons.
It seems to me that an extraordinary opportunity opens up, such as I did not think I would see in my lifetime. We have democratized creativity, so that thinking up ambitious projects like CriticalCity and trying to make them happen has come to be a course of action available to normal young people like Augusto, Duccio, Chantal and the rest of them; we have web 2.0, a very powerful tool for aggregating ideas and people, and maybe now also for selecting the best among them; we are beginningto have a first generation of people that work on the side of public administrations, and understand the language, and can use the tools.
This first generation has today a new mission: rewire the economy to enable the production of new commons. Wikipedia and the rest may have shaky business models, but their value to the collective well-being and global competitiveness is undisputable. A government worth its salt must enable these things. And it can, because it wields very large resources that are normally used in very low productivity efforts: it has been remarked that all projects showcased at Public Services 2.0 put together had the same budget as a single project of the e-participation European programme. We need rewiring the economy to funnel attention and money towards people like the CriticalCity boys and girls, who dream (realistic) dreams of building resources for everyone to use, that for this very reason are difficult to monetize. It is difficult, but not impossible, and we need to do it. I’m going for it. I hope – and I believe – I will not walk this path alone.
Da fine settembre in poi sono però tornate ad arrivare, finalmente, anche “energie positive” su Booster: -Giovanna (un’allieva dei corsi) ci ha scritto una mail fiume dicendo e chiedendo di non mollare (e la stessa cosa hanno fatto altri allievi incontrati a Pescara dopo le ultime riunioni); -Filippo Tantillo dell’ISFOL ci ha confermato l’interesse e la volontà espressa da parte dell’Accademia dell’Immagine de L’Aquila (oltre che sua personale) di accogliere la nostra proposta e realizzare un video che racconti Booster (diretto da lui e dai suoi allievi), ci ha incitato a rimanere nel progetto e a cercare di realizzare ciò che è possibile (“sarebbe un peccato…”) e su richiesta di Alberto ci ha messo anche in contatto con i responsabili ISFOL per i progetti in Abruzzo…; -abbiamo trovato (grazie all’Isfol) finalmente un contatto vero con un “operativo” (co.co.co) regionale. La “storia” è la solita: lui è un appassionato di musica e conosce (musicalmente) Alberto e la scena pescarese coinvolta dal progetto…
Si sente insomma quasi un clima di tifo per noi e per il progetto. Ora le condizioni sembrano cambiate, i riflettori si stanno accendendo sul progetto, abbiamo avviato contatti e collaborazioni con Dps, Isfol e Regione Abruzzo, abbiamo acquisito competenze di project management anche dal punto di vista della gestione formale dei progetti europei, abbiamo imposto integrazioni critiche ai verbali (da consegnare in Regione) e un nuovo verbalizzatore. Anche le “condizioni di lavoro” presenti e future in Booster e dopo il progetto, sono quindi mutate. Gli altri partners sembrano averlo avvertito (non hanno nemmeno provato a fare proposte di attività alternative alle nostre), ma è importante che le istituzioni vigilino sull’effettiva e “adeguata” realizzazione delle proposte per il project work (non più al livello di quelle avanzate in primavera, ma comunque potenzialemente utili agli allievi e alla nostra rete territorriale di progetto).
Speriamo che questo sia l’inizio di una fase nuovamente vitale e interessante della presenza di The Hub in Abruzzo… The Times They Are A-Changin’?