Fa abbastanza impressione leggere su Techcrunch che
nessuno che sia minimamente lucido potrebbe sostenere che scaricare musica su internet sia “sbagliato” a questo punto
Fa impressione sia per il tono perentorio che perché a sostenerlo è, appunto, Techcrunch, cioè il blog che si occupa di internet con un taglio business. Una citazione di Michael Arrington è in genere un fortissimo segnale di qualità per le startup, e i venture capitalists si muovono molto volentieri – a suon di milioni di dollari – sulle aziende che incontrano la sua approvazione. Naturalmente Arrington sa che, invece, ci sono diverse persone molto lucide che sostengono proprio questo. Queste persone, a suo dire, mentono, e lo fanno perché
la legge, e in particolare la disponibilità del governo americano a perpetuare l’assurdità della legislazione sul copyright applicata alla musica registrata, è tutto ciò che rimane alle etichette
E’ chiaro che la legislazione attuale sul copyright inibisce diversi modelli di business potenzialmente interessanti per le imprese hi-tech della Silicon Valley, di cui Techcrunch è una voce importante. Hmm. Sbaglio o queste imprese hanno generosamente finanziato la campagna vittoriosa del presidente Obama, il primo presidente 2.0? Non sarà che adesso queste imprese stanno presentando il conto al loro uomo a Washington?
(traduzioni mie)
Non conosco molto bene Techcrunch e non so valuatre il “peso” del segnale. Dici che stiamo per assistere all’emergere di una “lobby no-copyright”? 🙂
Esito a trarre conclusioni… ma forse c’è un conflitto latente tra Silicon Valley e Hollywood, sì.
Che notizia…da interpretare come la rottura degli indugi sulla rigidità del copyright verso una legislazione più flessibile e più ingrado di evolversi ed adattarsi ai nuovi scenari? O mero “rientro” d’interessi?
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