Un piccolo segno eloquente di una community che cresce: nell’estate 2008, quando Kublai era neonata, abbiamo fatto alcuni video per cercare di comunicare cosa volevamo fare, e in particolare chi sono i creativi, le persone che vogliamo valorizzare. Ci ho lavorato tre mesi. Nonostante collaboratori molto bravi e professionali sul fronte video, alla fine della strada l’unico luogo dove potevamo prendere il modo di raccontare questa storia era la mia testa.
Un anno e mezzo dopo, serviva un altro video. A questo punto la storia da raccontare è dispersa in tante teste invece che concentrata nella mia, quindi abbiamo deciso di lavorare con una specie di iperdelega: una persona della community (Chantal) ha realizzato il video, un’altra (Augusto) le ha fatto il briefing. Il mio lavoro è stato lanciare l’idea, individuare una persona a cui chiedere il primo consiglio, reperire un minimo di risorse e togliermi di mezzo. Il risultato non è Kublai come lo vedo io, ma come lo vedono loro, il che funziona molto meglio per questo tipo di comunicazione! E mi è costato: zero riunioni; una telefonata di due minuti di conferma finale; quattro email, contate. Dal momento in cui abbiamo detto “ehi, facciamo un video!” alla consegna sono passati quattro giorni e mezzo, di cui due e mezzo lavorativi. Sembra di avere i superpoteri! Niente da fare: quando condividi una cultura l’efficienza del sistema aumenta in modo spettacolare, come ha mostrato Annalee Saxenian. E se riusciamo ad imparare il trucco per costruire comunità che condividano una proposta culturale… sarà come avere in giardino la pianta di superarachidi, quelle che trasformano Pippo in Super Pippo. Ta-dah!