In queste settimane il mio gruppo ed io siamo molto impegnati con la costruzione di un nuovo progetto, Edgeryders, che intende mobilitare l’intelligenza collettiva di una comunità online (ne ho parlato qui). In sè l’idea non è certo nuova, anzi io stesso ho già diretto progetti simili. La cosa nuova, almeno per me, è invece la dimensione nativamente internazionale di questo progetto. Nelle prime due settimane di vita del blog (che è solo un sito provvisorio) abbiamo ricevuto visite da 59 paesi; e in una settimana abbiamo raccolto 60 beta tester volontari da 19 paesi – il tutto a budget zero: come dicevo, è solo un sito provvisorio. Oltre che globali, i beta testers sono anche intergenerazionali: ci sono persone di tutte le età.
I beta tester sono i “pionieri”, gli early adopters della futura comunità di Edgeryders, e probabilmente avranno un ruolo importante nel determinarne l’atmosfera. Trovo che sia un segno molto incoraggiante che siano così diversi tra loro: dove c’è molta diversità in genere si respira aria libera, e lo status sociale è determinato da competenza e generosità invece che dalla classe sociale, dal colore della pelle o dalle preferenze sessuali. E questo è decisivo per sentirsi bene in una comunità.
La fase pioneristica (solo su invito) dovrebbe cominciare la prossima settimana. Se ti interessa richiedi un invito, abbiamo ancora qualche posto. The pioneering phase (invitation only) should start next week. If you would like to be a part of it request an invitation we still have a few places left.
I giovani europei hanno difficoltà a rendersi completamente indipendenti. In Europa il problema è particolarmente sentito, perché il nostro modello sociale è basato sullo status di lavoratore dipendente a tempo pieno e indeterminato, che sblocca molti diritti sociali ed economici (in Francia, dove vivo ora, se sei disoccupato non hai diritto all’assistenza sanitaria). Questo crea tensioni, perché costringe i giovani a cercare di ottenere questo status ad ogni costo, anche se è diventato molto difficile e anche se alcuni di loro vorrebbero cercare strade diverse. Risultato: il 20% dei 15-34enni, in Europa, non lavora, non studia, non si sta formando. Non è nemmeno più un problema di giovani: i giovani sono in prima linea e soffrono di più, ma tutte le categorie di cittadini stanno perdendo autonomia.
Il paradosso è che la generazione che è giovane adesso è probabilmente la più creativa, generosa, idealista e collaborativa che sia mai vissuta. Dovunque, i giovani creano dal nulla nuovi lavori e nuovi settori economici, come i miei amici di CriticalCity o gli straordinari ragazzi di Blackshape Aircraft; sperimentano modi di condividere risorse, dal divano letto di casa dei couchsurfers alle auto, o stili di vita alternativi, lontani dai sentieri più battuti; costruiscono nuovi canali per la partecipazione politica e la costruzione di senso collettivo in un tempo di grave crisi di legittimità della democrazia rappresentativa. Queste persone non si conoscono tra di loro e agiscono indipendentemente, eppure si ha la netta sensazione di una coerenza di fondo tra i loro progetti, come se essi fossero tasselli di un comune futuro emergente. Il video di OpenStreetMap 2008 qui sopra parla ovviamente di tutt’altro, ma potrebbe rappresentare questo emergere; e mi dà la stessa sensazione di commozione e speranza.
Il Consiglio d’Europa ha avuto un’idea: cercare di stanare queste esperienze; riunirle; validarle attraverso un metodo peer-to-peer; e aggregarle per proporre alla Commissione Europea e agli stati membri una strategia nuova. Questa strategia si potrebbe chiamare adattiva: in concreto, si tratta di:
capire cosa i giovani stanno già facendo per costruire il mondo in cui tutti abiteremo tra vent’anni. Questo è un buon indicatore del mondo che vogliono: se si sbattono per costruirlo vuol dire che sono motivati.
se è possibile, aiutarli a farlo, nel senso di creare le condizioni perché queste strategie – che oggi richiedono molto sacrificio e molta iniziativa e sono accessibili solo a una minoranza – diventino praticabili per un giovane medio.
se non è possibile aiutarli, almeno evitare di ostacolarli proiettando su di loro il modello sociale ed economico degli anni 70, che è quello in cui tanti decisori europei senior sono cresciuti, ma non per questo è necessariamente il migliore o il più adatto ai tempi.
Questa cosa verrà fatta con un progetto web, in cui l’interazione con l’istituzione è aperta e costruttiva. Il risultato finale verrà presentato in una conferenza di alto profilo a Bruxelles, probabilmente a fine maggio 2012. Ho l’onore di dirigere questo progetto, e la fortuna di avere avuto la possibilità di mettere insieme un team stellare (ve lo presenterò in un post successivo). Devo ringraziare moltissimo la Divisione Ricerca e Sviluppo sulla Coesione Sociale del Consiglio d’Europa per avere creduto in questo progetto, e riconoscerne il coraggio nel mettere in pista un progetto così aperto.
Il progetto si chiama Edgeryders. La piattaforma lancerà a fine ottobre; per ora abbiamo messo online un blog per cominciare a interagire. Vienci a trovare, e, se ti sembra credibile, passa parola: avremo bisogno di tutta la conoscenza e tutto l’aiuto possibile. E tu, cioè voi, ma anche noi, insomma tutti quanti noi siamo i veri esperti della costruzione del futuro: ci combattiamo tutti i giorni.